Imprenditoria e Management. Neuroscienze ed Economia Sperimentale
Un’ampia serie di esperimenti in ambito economico condotti in condizioni di laboratorio simili alla realtà quotidiana ha consentito di dimostrare che decisioni, scelte e processi di comprensione sono in prevalenza basati su meccanismi mentali automatici, intuitivi, emotivamente condizionati, tali da portare spesso a conclusione sbagliate e risultati non efficaci. Il comportamento umano nei confronti di moltissimi processi mentali non attiva risposte razionali bensì risposte irrazionali condizionate dalla componente emozionale della mente e ampie limitazioni e distorsioni cognitivo-percettive (bias).
Parallelamente la psicologia classica, nata più dalla speculazione filosofica che dalla ricerca, è stata a oggi profondamente arricchita dagli studi e sviluppi delle neuroscienze che se da un lato hanno evidenziato le complesse facoltà e potenzialità della mente umana, dall’altra ne hanno anche sottolineato i diffusi e ampi limiti. Fra le teorie cui le neuroscienze hanno dato origine spicca la teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner. Il presupposto di questa teoria è che le nostre facoltà mentali non sono limitate alla sola “intelligenza classica”, quella analizzata come espressione logica e misurata attraverso il quoziente intellettivo (QI). Per Gardner esistono numerose facoltà mentali, definite intelligenze multiple, espresse da ogni essere umano. Ciascuna di queste intelligenze è soggetta a limitazioni di espressione, gabbie mentali, in parte superabili se in primis riconosciute e in seguito allenate attraverso mirati esercizi mentali, in modo del tutto simile a quanto consente l’allenamento sportivo per il superamento di limiti fisici.
Le neuroscienze e in particolare le tecniche di neuro-imaging hanno quindi confermato la plasticità del cervello e come, in un certo senso, il cervello produce la mente e la mente a sua volta è in grado di influenzare la fisicità del cervello stesso. Il cervello, infatti, è composto da una serie di moduli interconnessi e flessibili capaci di assumere configurazioni diverse in relazione alle risposte che la mente è stimolata a fornire. Alcune di queste configurazioni vengono consolidate in circuiti neurali stabili mentre infinite altre sono pronte a essere riassemblate in base alle esigenze e, addirittura, produrre nuovi neuroni indipendentemente dall’età anagrafica.
Imprenditori e manager che hanno continuato a fare affidamento sulla razionalità assoluta di ogni scelta e decisione come elemento fondante della teoria economica classica si confrontano oggi con la rivoluzione del pensiero proposta dall’economia sperimentale il cui principale esponente è il premio nobel Daniel Kahneman che ha reso evidente come il successo, anche in ambito economico, non possa prescindere dalla capacità di utilizzare la propria mente nel modo più plastico e flessibile possibile per confrontarsi l’estrema variabilità dell’attuale contesto economico-sociale.
Conoscere il proprio profilo di neuro-agilità è quindi il primo passo per chiunque voglia avere evidenza scientifica e misurata:
- dei circuiti cerebrali personali che sono andati a consolidarsi nel corso della propria esperienza di vita, che hanno costruito le nostre intelligenze multiple e che vengono da noi automaticamente applicati (pensiero veloce) nelle decisioni e scelte quotidiane, personali e professionali;
- dei gradi di flessibilità di ciascuna delle nostre intelligenze e di conseguenza dell’impegno necessario per ottimizzare le nostre performance complessive nelle risposte adattive (pensiero lento) per affrontare efficacemente i mutevoli contesti con i quali ci confrontiamo.
Un successivo allenamento metodologico delle intelligenze per ciascuno di noi meno sviluppate consente poi sviluppare la neuro-plasticità cioè preparaci ad affrontare qualsiasi situazione sfidante o inaspettata con ridotti livelli di stress e migliori risultati.
Per approfondimenti:
- https://patriziacastelli.com/competenze_futuro/
- Gardner H., Formae mentis
- Kahneman D. Pensieri lenti e veloci